Il combattente di Porporano

 

IL COMBATTENTE DI PORPORANO

 

“chissà quali lotte ha fatto questo Samu…. Forse era meglio quello di giugno… ma ha vinto lui, sicuro!

Poche parole, di intesa, come capita spesso tra amici che si accompagnano e vivono le stesse emozioni a caccia.

Ci avevamo già provato prima della stagione degli amori, a cacciare quel capriolo. O meglio, un capriolo, in zona “non vocata” dove si cerca la soglia “ungulati zero”. Ci era andata male, per sicurezza non avevamo sparato a quel bellissimo m2 che si aggirava troppo vicino alle strade. La natura ci ha premiato qualche mese dopo.

Classica giornata di fine estate, caldissimo e afoso per tutta la mattina e il pomeriggio e qualche nube minacciosa di temporale verso sera. Ma si sa, ai cacciatori qualche goccia d’acqua non spaventa mica!

il-capriolo-capreolus-capreolus-due-caprioli-combattimenti-germania-schleswig-holstein-ebjyea

La zona prescelta è un bacino di contenimento del fiume Enza, torrente emiliano con poca acqua, ma capace di cose disastrose quando in piena. I campi sono a fine coltivazioni, un bellissimo orzo tagliato con all’interno molte essenze che adora il nostro folletto e un prato stabile tagliato di fresco… poi un arginello, sicuro punto di impatto di una ipotetica palla di carabina.

Dopo un rapido giro di perlustrazione si decide di andare a controllare la zona dall’altana.

Nascosta in una riva di robinie la piccola altana domina i campi sopra descritti, con il vantaggio notevole di sparare comunque verso la terra ed evitare qualsiasi problema a livello normativo.

In mezzo a qualche nuvolone, la pioggia comincia a far capolino sui nostri cappelli alta visibilità (altra azzeccata norma di sicurezza per i cacciatori emiliani) e un cacciatore intento ad addestrare il suo setter nel campo proprio adiacente al nostro disturba il vecchio capriolo, sicuramente intento a ruminare ai bordi del bel gerbido proprio davanti a noi.

P_20160831_185835

Si alza quasi scocciato, fa qualche passo ma non si cura di noi, che nel frattempo, visto il movimento del capriolo ci siamo appostati sopra un arginello con un comodo treppiede (in modo da bloccare sia il movimento verticale sia quello orizzontale dell’arma). Il maschio guarda tranquillo, quasi scocciato, il setter, che ben addestrato, sposta la sua cerca verso altre aperture. Dopo un abbaio di avvertimento si sposta di qualche metro, sfila a cartolina proprio sotto il nostro “parapalle” naturale e fa il suo ultimo respiro.

La palla del 243 dell’amico Andrea non lascia scampo. Colpito perfettamente crolla al suolo senza lasciare nessun dubbio ai 2 cacciatori sull’ esito della fucilata.

Il viaggio verso la casa di caccia e il centro di controllo è ricco di emozione che sfuma… controllando i vari campi non possiamo non notare la poca presenza del piccolo cervide, in un contesto che fino a qualche anno fa era quasi imbarazzante per la densità… colpe e responsabilità di lupi a 2 e 4 zampe decreteranno il futuro di questa bellissima caccia. La caccia al capriolo in appennino parmense.

“” non so cosa c’era nell’aria… elettricità, adrenalina, voglia di cacciare… non mi ero mai sentito cosi carico”” Grazie Andrea!

 

 

SC Servizi Caccia Diritti Riservati

No Comments Yet.

Leave a comment

This site uses cookies to enhance your experience. By continuing to the site you accept their use. More info in our cookies policy.     ACCEPT